FANCIULLEZZA


Inventare è l’arte di sopravvivere. I bambini lo fanno in continuazione. Assai fortunati sono coloro che ci trascorrono del tempo ogni giorno: nonni, genitori, istruttori, educatori che cercano di introdurli alla vita.
Sono poveri i bambini. Di una povertà felice. Non hanno tutte le cose che noi grandi abbiamo immagazzinato nel crescere ma possiedono piene capacità in tutto il resto. Per questo motivo possono cose che i grandi non possono. Giungono senza fatica in zone inesplorate del ragionamento, terre fantastiche e assolutamente logiche che gli adulti non distinguono. La loro apparente situazione di povertà li fa ingegnare, sperimentare gesti, ipotizzare significati e futuri possibili. Ogni giorno inventano vita. Danno nomi alle cose che non conoscono, fanno poesia con parole comuni, creano dal nulla interi regni lessicali. Hanno una missione talmente segreta che neanche loro stessi ne sono al corrente: ricordare agli adulti che l’essere umano nasce per generare il nuovo, per dare forma diversa al mondo, avere coraggio e fiducia negli altri.
Negli ultimi mesi di scuola mi sono trovato a fronteggiare discussioni extra-ordinarie con alcuni di loro, “extra-terrestri” arrivati da alcuni anni sul nostro pianeta. Ti sorridono, ti scrivono letterine e ti danno free hugs in tutti i fusi orari. Ti consegnano regalini di continuo e ti fanno vedere con fierezza le finestrelle che si aprono tra i denti. E poi ci sono i bambini che domandano il permesso per andare fuori dall’aula “a prendere un’idea nello zaino”, quelli che inventano i numeri come “Millantacento”, quelli che affermano tu sia alto “3 metri e 27”, oppure una bimba che di punto in bianco chiede: “Ma tu maestro che vuoi fare da grande?”. (Bella domanda stellina).
«Non lo so, ma mentre ci penso faccio il maestro ok?» E lei: «Ok». Tutto chiaro.
No, non è follia, è niñez, fanciullezza. Tutti l’abbiamo vissuta, anche se alla nostra epoca di bimbi ce n’erano di più. In Italia, infatti, stiamo collezionando record negativi di nascite. Nel 2018 appena 449 mila, 9 mila in meno del 2017 (minimo storico, dati istat). Ma al di là dei numeri ci sono le considerazioni. La tendenza comune è quella di considerare i bambini come un bene nel futuro di un paese. Una visione alquanto parziale e distorta della realtà, perché i bambini rappresentano un bene essenziale ora, in questo momento. Nella loro semplicità ci insegnano a tornare esseri umani, a chiedere aiuto, a spenderci senza aspettare niente in cambio. Sono un tesoro infinito di idee e di sogni. Portano ogni giorno, in quintali di purezza, una cosa che in tante persone, purtroppo, comincia a venir meno: la gioia di vivere.

Andrea Cardinali

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4 risposte a "FANCIULLEZZA"

  1. Fanciullezza! Bellissimo Andrea. Posso testimoniare – come nonno di una bambina di sei anni – quanto sia vero quello che dici nelle tua riflessione. In una mia canzone, dedicata ai Bambini, scrivevo che sono proprio “i Bambini che maturano i grandi…”. Dovremo fare più tesoro di questa immensa ricchezza che l’umanità ha in dono. D’altronde, lo diceva anche Qualcuno più di duemila anni fa.
    Grazie, Andrea, della tua bambina sensibilità!

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