Concorso letterario “Il cuore dell’uomo è un abisso”
Questo truciolo nasce dal silenzio della neve,
da quel mistero che cade in fiocchi dal cielo
e accade solo ad una temperatura molto prossima allo zero.
E’ il disperdersi di un suono che gioca alla giovinezza,
un inno al dono proprio della minutezza,
la virgola bianca che su di un’anima si poggia lieve.
Chiara è la chiamata.
Profonda è la risposta.
Dal retro entra sempre colui che da nascondere ha.
Io abito questa soglia.
Qual giovane non ha
da costruir per gli altri un’apparenza?
Sente’r la chiamata,
e di passeggiarci accanto non è brezza,
perché scoprir un volto l’immagine imbarazza.
Sente’r di Dio la voce,
e tremare al pensier che’l mondo la noti audace.
A teatro,
ogni maschera aiuta l’altra a rimaner ben salda.
A casa,
ogni occhio aiuta l’altro a restare amore.
A mondo,
ogni cuore ten segreti di sofferenza.
Non vi è chiamata più vera
che il dolore nella sua essenza.
E quando di risposta si ode presenza
nulla si esclude, se non luce sincera.
Donarsi per quei pochi ruderi
del buon esser giovinetto,
è la vita più grande che si possa fanciullare.
Cose lontane mordon fin qua,
lo fanno in silenzio,
entrando dalla porta sul retro.
Ha iniziato a nevicare d’un minuto.
Cose lontane riescono al cuore.
Osservare il luccichio distante
nella pupilla di chi ha trovato bellezza.
Spartir la nostr’anima ad ogni razza di mondo.
Intimità di questo cielo,
ancora adatto all’umanità, mi prova.
Non uno,
non un sostegno intermittente.
l’insieme di cuori di Dio.
Ho chiuso la porta sul retro.
Sto osservando lo spettacolo.
Chiara è la chiamata.
Profonda è la risposta.
Fiocchi di neve espandon purezza.
Cuciture di cielo rivestono d’ascolto la terra.
Io neve. Io fiocco. Io cucitura.
Silenzio
per rivestir di nuovo il mondo.