Nel verde ci accarezza
l’acqua de’ Navigli
mentre la folla splende
sotto lunghi lampioni.
Sul fior de la giovinezza
il passeggiar tra i rioni
ci rende figli.
Così così,
diversi e uguali.
“Tu l’amore non sai cos’è”
mi dici.
Zero motori,
solo un mare di gente
luminosa e stravagante
di centro e periferia.
È settembre anche qua
come a casa mia.
Ci guarda scorrer dall’altra parte
la corrente del naviglio,
giocatori senza carte
o amanti sotto al tiglio.
Siamo. Siamo chi?
A braccetto,
sul margine dell’estate,
in quest’epoca,
fluiamo.
Orecchini a mezzaluna porti ancora
o magari già,
come se di moda andasse il non andarci.
Ecco a volte di questo mondo non so,
chi davvero sia avanti e ch’indietro,
chi povero o ricco
furbo o stonto.
Tutti a metà (probabilmente),
fragili eterni di valori perduti.
Perdori valuti.
Quartieri generali
di lettere invertite,
spettrali social home
per poesie seppellite.
Eccoci
cocktail di gin e lunga gonna.
Sul gradino di un negozio
polverosamente sta,
fuori e dentro la notte,
il tuo cuore di donna.
“Tu l’amore non sai cos’è”
mi dici ancora.
Via Vigevano,
ne siamo appena a metà,
come la notte
come la vita
come l’amore
chissà.
Pesti parole sul marciapiede,
andando avanti senza mirare.
Pensi cose belle e cose rare,
quasi ordinate le spargi a me,
povero sconosciuto cristo,
territorio senza erede
privo d’una vera storia.
Di lacrime e sorrisi fai impasto misto,
il suolo ne terrà memoria.
È l’amore a rigare le strade
del tuo viso e de’ navigli.
Via Vigevano:
tempo
spazio
mille grovigli.
Qui telecamere e satelliti
ci collocano in città,
scomparsi al mondo in verità
dal vecchio uscire siamo usciti,
entrati in un altro fuori.
Ti giri, mi guardi e dici:
“Non sai cos’è… ma lo colori.”
Bellissimo Andrea, Grazie!!!!! Neide
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Un abbraccio Neide!
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