Dal libro Trucioli di Mondo
Fiume di Gennaio è un ritrovarsi, un riconoscersi al sorgere del nuovo giorno. E’ la sorprendente scoperta mattutina di far parte del mondo con tutta la creazione.
Rio de Janeiro è un fiume di eventi, di mosse, di profumi che mettono l’uomo davanti a ciò che è.
La mattina riesco a svegliarmi solo dopo aver sentito il tintinnio del cucchiaino che sbatte sulle pareti della tazza. A casa mia non può mancare lo zucchero, il caffè amaro non è mai andato d’accordo con la mia ragion d’esistere.
Al primo morso di pane tostato comincio a prender visione del mondo.
Ci sono. Sono ancora qui, in questo viaggio dalla durata incerta e dal milione di emozioni al passo.
Di nuovo io,
carne da girarrosto sotto al sole.
Di nuovo qui,
su questa palla che trova e riperde ogni sera la luna.
Sul tavolo del cucinotto di Rua Joaquim Tavora, tre formiche si contendono la briciola croccante caduta al primo morso.
Pure loro sono qui,
in questo lungo pasto-vita di briciole dalla scorza dura,
in questa immensa stanza-mondo dalle pareti fragili.
Loro.
Io.
Seduti assieme, al tavolo della giornata,
riuniti nel miracolo della mattina,
ognuno nel suo micro infinito, illuminato da un raggio limite.
Anche oggi è vita.
È cielo che si apre,
pane che si spezza,
amore che si espande.
Anche oggi è Rio de Janeiro,
curioso nome per una città,
Fiume di Gennaio.
Cosa nasconda la storia che conquistò queste case
ancora non so,
cosa nasca nel cuore di questa gente, cresciuta e coltivata dalla musica.
Da quando ho scoperto la bellezza del girovagare, vado in cerca di una buona fermata.
“Due persone che si chiamano nell’universo, prima o dopo non potranno che trovarsi.”
Sta scritto così nei cuori delle persone.
Così sta scritto nel cuore del mondo.
Fiume di Gennaio,
quanti protagonisti mancati dentro queste acque!
Quanta gioventù dorme per terra nelle strade!
Ebbene tra loro e me,
chi senta più forte l’anima di questa terra, io non so.
Avrei voglia di scoprirlo confondendomi tra loro.
Per un paio di giorni
mancare il mondo in cui sono cresciuto,
udir la vera voce della strada,
il battito di cuore della città.
E se poi trovassi più dolce questo caffè?
Mancare il mio mondo per molto
non potrei.
Non potrei
vivere la vita di qualcun altro.
In fin dei conti,
di questo Fiume,
la corrente poi non so,
se porterebbe alla foce o alla sorgente.
Eccomi. Ancora qui,
schiacciato tra i due poli,
libero di spingermi oltre cielo e oltre mare
per un altro giorno ancora.
In questa giovane città di vecchi luoghi,
ecco trovar un nuovo me stesso:
formica in cerca di briciole,
briciola in attesa di formiche.
Qui, in piedi nella novità, a bocca chiusa e cuore aperto.
Qui, in piedi sulla sponda, ad osservare la corrente dolce del
Fiume de Janeiro.